Terrorismo a Istanbul: perché adesso non siamo “tutti turchi”?

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Riproduco anche qui il mio nuovo post del blog di “cose turche” che tengo per LookOut News

Siamo “tutti turchi”, vero? Come siamo stati – di volta in volta – tutti americani, spagnoli, londinesi, Charlie e tunisini. O almeno, mi aspettavo di vederlo scritto – dopo gli attacchi terroristici a Istanbul, lunedì e martedì – sulle prime pagine di tutti i giornali, a caratteri cubitali. E invece no, per la Turchia niente solidarietà. E anzi, secondo autorevoli organi di stampa nazionali è tutta colpa del presidente Recep Tayyip Erdoğan, che secondo l’ispirazione del momento viene accusato di essere “autoritario”, di voler trasformarsi in “sultano” o “califfo” e islamizzare il paese, di finanziare l’Isis. Il terrorismo? Una risposta praticamente legittima.

Come si può solidarizzare del resto con un elemento del genere, con un gaglioffo che aspira a diventare “dittatore”? Dopotutto, i terroristi in questione – hanno ucciso un magistrato, hanno assaltato una stazione di polizia – neanche sono “islamici” e hanno invece dichiarate simpatie per il “marxismo-leninismo”. Sono “occidentali”, insomma: non vanno in moschea, non pregano Allah. Ed è un dettaglio trascurabile, se nel loro mirino ci sono anche i cosiddetti “imperialisti” (due anni fa, tentarono infatti un attacco suicida contro l’ambasciata americana). Non sono compagni che sbagliano: per i commentatori italiani, hanno proprio ragione.