E’ uno dei soli 12 sarcofaghi esistenti – sopravvissuti dall’antichità – che raffigurano le 12 Fatiche di Ercole. Risalente al secondo secolo dopo Cristo, è stato scavato negli anni ’60 a Pirge di Pamphylia, in Turchia nei pressi di Antalya; e poi trasferito all’estero, illegalmente. Sinceramente non conosco che percorso abbia fatto: so solo che è stato localizzato in Svizzera una decina di anni fa e che dopo una battaglia legale nei giorni scorsi è tornato in Turchia – restituito ai legittimi proprietari, insomma.
E’ ora esposto, com’è logico che sia, nel museo archeologico di Antalya: qui ritratto col ministro della Cultura e del turismo, Numan Kurtulmuş. E’ un motivo di vanto per la Turchia, una sicura e immediata attrattiva turistica. Però, come ho già scritto altre volte, farei di più: e trasformerei il passato “classico” della Turchia – molto più rilevante persino di quello greco – in antidoto contro la propaganda islamofoba, contro chi vorrebbe espellere dall’Europa la Turchia (ignorando per l’appunto che le sue radici – anche quelle cristiane – sono nella penisola Anatolica); ma è ancor prima ai suoi cittadini, che andrebbe raccontato in modo più completo, da dov’è che vengono.